La ballata di Franz

Regia e drammaturgia  Franco Brambilla

con
Silvano Piccardi, Olek Mincer, Filippo Plancher, Alessandra Raichi, Ornella Serafini
musiche: Alfredo Lacosegliaz
scene: Andrea Stanisci
luci: Giovanni Garbo
produzione: La Corte Ospitale

Presentazione
Liberamente ispirato al romanzo Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin, lo spettacolo ripercorre le tappe dell’epopea del protagonista, Franz Biberkopf, una sorta di eroe dei nostri tempi, tenacemente legato a riconquistare per sé una positiva prospettiva esistenziale- “uscito dal carcere di Tegel, dove l’aveva condotto una vita disordinata, aveva giurato di vivere onestamente “- , destinato comunque a soccombere, perché “ la vita ..insidiosa gli fa uno sgambetto”, trascinato in una serie fatale di alterne vicende che immediatamente trascendono il caso personale per assurgere a simbolo dell’umanità, per farne una storia universalmente riconoscibile attraverso un processo di astrazione e di sintesi poetica.
Sullo sfondo la Berlino degli anni ’30 del secolo passato che conserva il sapore di un clima fortemente espressionista, ma anche la Berlino dei nostri giorni, che ben incarna il vissuto quotidiano di una qualunque metropoli occidentale, una sorta di crocevia di storie e di storia, fatta di uomini e di passioni, di sofferenze e di pulsioni, in un divenire di personaggi, idealità, etnie, che in un qualche modo rappresenta la nostra identità.
Il lavoro è segnato da una forte componente musicale che attraverso lieder e immagini sonore accompagna e interpreta la scansione narrativa con l’incedere epico di una ballata profana e sottolinea i diversi piani del racconto/monologo, del commento lirico/corale, dei dialoghi, facendo emergere i singoli personaggi, l’eroe, affidato all’interpretazione di Silvano Piccardi, il suo antagonista Reinhold, il mite Meck, le diverse figure femminili, ruoli in cui si alternano gli attori e cantanti della Compagnia, mentre l’affresco della città brulicante di vita, con le sue osterie, la piazza, i cartelli e gli annunci pubblicitari, è restituito, con la tecnica del montaggio, da rapidi scorci affidati ad una partitura visiva.
Un lavoro ove gesto, musica, parola, si compongono con le strutture e gli oggetti che alludono alle diverse ambientazioni, ai diversi “luoghi deputati” in cui si snoda l’avventura del protagonista del romanzo di Alfred Döblin, in una originale orchestrazione dei diversi elementi espressivi .
Esplicito, nelle intenzioni registiche, il riferimento alla straordinaria tecnica di montaggio di linguaggi, stili, paradigmi diversi che nel romanzo rende possibile ad Alfred Döblin di restituire, attraverso immagini astratte e fortemente simboliche, ( fra tutti i possibili esempi vogliamo citare le pagine dedicate alla carneficina di animali nel Macello di Berlino) il significato universale implicito nel racconto della vita assegnata a Franz Biberkopf, vero e proprio exemplum delle regole inesorabili e tragiche con cui il fato gioca con gli uomini, mentre dall’esterno, compassionevole l’autore contempla i vani sforzi del suo eroe, affidando il proprio compianto alle strofette che danno inizio ad ogni capitolo.